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BIOGRAFIA
AUTOGRAFA
Tra
teatro e tutto il resto
Sono
nato l'11 maggio del 1970 a La Spezia, ma ho vissuto a Caserta fin
dal '71. Terzo di quattro figli maschi, ho passato la mia infanzia
nell'Oratorio dei Salesiani di fronte al quale abitavamo. Lì ho
imparato a giocare a basket, a calcio, a pallavolo, a ping pong, e
anche a recitare, a suonare, a cantare e a servire messa.
Non la si
deve prendere come la prova di una vocazione molto precoce della mia
volontà di stare sul palcoscenico, ma dovendo essere precisi il
primo ruolo teatrale da me interpretato, in assoluto nella mia vita,
è stato il nano Dotto, nella messinscena fatta, appunto, al
teatro dell'Oratorio di Biancaneve e i sette nani. Avevo 9
anni. C'è da aggiungere, senza modestia, che tra i sette nani ero
decisamente il migliore, gli altri nani non se ne abbiano a male.
Poi
l'istinto esibizionista si spostò sulla musica: a 12 anni cominciai
a studiare il flauto traverso (all'epoca in quello stesso oratorio,
si formò la mia prima band, con un dodicenne che cominciava allora
a suonare la chitarra, il mio amico di sempre, il grande Ferruccio
Spinetti. A 17 anni, avendoci preso gusto, passammo io al sassofono e
lui al contrabbasso, con il quale Ferruccio, successivamente, ha toccato i
vertici della musica italiana e internazionale). Ero convinto, da adolescente, che quella, la musica, sarebbe stata la mia professione.
Il teatro lo coltivavo, certo, ma più come un mio divertimento che
come un investimento per il futuro.
Alla fine
del 1989 però, insieme all'altro mio amico storico anch'egli conosciuto
negli stessi anni all'Oratorio Enrico Ianniello, provammo a fare
il provino per l'ammissione alla Bottega Teatrale di Vittorio
Gassman. Non è che avessimo particolari speranze, era più il gusto
di provare l'esperienza, e invece dopo tre audizioni e una selezione
tra qualcosa come 400 candidati, fummo ammessi ai corsi a Firenze.
Questo evento è il vero punto di non ritorno verso il mestiere del
teatro. I corsi durarono due anni, l'estate del 1991 eravamo
diplomati, con alle spalle una solida formazione, si fa per dire, e
tante speranze.
Per inciso
risalgono a questi anni anche i miei primi racconti scritti, i primi
esperimenti narrativi: piccole invenzioni, pezzi brevi letti solo dai
miei amici intimi e qualche ragazza su cui speravo, inutilmente, di
fare colpo. Mai più ritrovati, tra l'altro.
All'inizio
del 1992 ebbi il mio primo contratto da attore professionista:
Federico Tiezzi e Sandro Lombardi mettevano in scena, con la
produzione del Teatro di Roma e la presenza di Arnoldo Foà,
l'Adelchi di Manzoni. Una
bella tournéé e i primi soldini. Quella stessa estate Foà metteva
in scena La Pace di
Aristofane e siccome aveva bisogno di un attore che sapesse anche
suonare il flauto, fui preso senza neanche il provino. Debuttammo al
Teatro Olimpico di Vicenza, luogo meraviglioso.
Dopo
queste prime esperienze da professionista, con Enrico ci ritrovammo
nel desiderio di fondare una nostra compagnia teatrale e cercare di
proporre una nostra idea di teatro. In questa idea era
imprescindibile il lavoro sul territorio e fu quindi naturale tornare
a Caserta. Nacque Ricerche d'Equilibri (all'epoca associazione
culturale, poi trasformata in ONOREVOLE TEATRO CASERTANO, società
cooperativa). Era l'estate del 1992 quando cominciammo a darci da
fare, radunando attorno a noi un gruppo di giovani volenterosi con i
quali mettere in scena il nostro primo lavoro, rigorosamente
autoprodotto. Per non sbagliare partimmo da uno dei testi più
difficili del teatro del '900: Vita di Galileo
di Bertolt Brecht. L'anno dopo mettemmo in scena una nostra opera
ispirata al Quinto Evangelio
di Mario Pomilio e a seguire tanti altri piccoli esperimenti, messe
in scena nei luoghi più insoliti, sfruttando da una parte l'assoluta
mancanza di spazi teatrali nella città e dall'altra le enormi
possibilità che un luogo così scarsamente servito può riservare a
chi ci si applica. La prima edizione del nostro festival teatrale IL
NUOVO ASPETTO risale all'estate del '93 e già in quell'occasione
fummo in grado di ospitare, tra gli altri, Toni Servillo, Licia
Maglietta e Andrea Renzi.
Gli
anni successivi della nostra attività autonoma hanno visto la
nascita di spettacoli come, per citarne solo alcuni, Fortezza
Bastiani tratto da Dino Buzzati
('94), Sconosciuti e Lontani-la farsaccia (1996)
scritto da noi (testo che successivamente avrebbe vinto il Premio
Troisi come miglior scrittura comica), Celine-Rutti di
gioia (2000) e (nel 2003)
Gracias a la vida scritto
e diretto da me anche stavolta con Enrico Ianniello, testo vincitore
Premio Girulà.
Torniamo
indietro, alla fine del '93. Proprio con Toni Servillo comincia in
quell'anno una collaborazione che mi avrebbe portato a partecipare,
nei successivi dodici anni, praticamente a tutte le sue regie: il
primo impegno fu Zingari
di Raffaele Viviani, poi nel '95 Misantropo
di Moliere, nel '98 False Confidenze di
Marivaux (prima edizione), nel 2000 Tartufo
di nuovo di Moliere e infine Sabato, Domenica e Lunedì
di Eduardo De Filippo. Di sicuro a questo lungo periodo di lavoro con
Toni Servillo posso attribuire la mia vera formazione professionale,
con l'esperienza sul campo, con la cosiddetta gavetta e con la
presenza, in compagnia, oltre che dello stesso Servillo, di grandi
attori e compagni di palcoscenico da cui molto ho potuto apprendere.
In
questi anni però, nonostante gli impegni elencati, l'attività
autonoma o quanto meno indipendente ha continuato a produrre
esperienze e spettacoli di grande rilievo personale e credo anche di
un qualche interesse pubblico. Nasce infatti nel 1997 una
collaborazione per me veramente centrale: quella con Andrea Renzi. Ci
confrontammo, in quell'anno, col grande testo di Tom Stoppard
Rosencrantz e Guildenstern sono morti, prima
in forma di studio al Festival Benevento Città Spettacolo e poi in
forma definitiva l'anno successivo. Lo spettacolo ebbe un notevole
esito, sopratutto al Teatro Valle di Roma nell'ambito del
Maggio cercando i teatri.
A quello spettacolo, sempre con Andrea Renzi e Enrico Ianniello, ne
sarebbero seguiti altri, tutti legati alla drammaturgia contemporanea
e in diversi casi al patrimonio culturale italiano: Santa
Maria d'America, scritto
dallo stesso trio, Pinocchio
tratto
da Collodi, Magic
People Show
tratto da Giuseppe Montesano e ultimo in ordine cronologico (2009)
Tradimenti
di Harold Pinter, con Nicoletta Braschi.
Con
Nicoletta avevamo cominciato a collaborare già nel 2007, con lo
spettacolo Metodo
Gronholm,
di Jordi Galceran regia di Cristina Pezzoli. L'intesa che si era
creata allora, ci aveva spinto a cercare un nuovo progetto attorno a
cui riunirci e sul quale confluì in modo naturale la regia di Andrea
Renzi, appunto in Tradimenti.
Questo filone di spettacoli con Nicoletta Braschi (Tradimenti
ha avuto quasi quattro anni di riprese), ha avuto un'ultima
concretizzazione con la messinscena (ottobre 2012) di Interno
3,
scritto da tre autori diversi (Antonella Anedda, Massimiliano
Virgilio, Igor Esposito) e messo in scena a Roma con la regia di
Francesco Saponaro.
Anche
i lavori con Francesco Saponaro sono per me fondamentali: risale al
2001 il nostro primo incontro professionale, su un testo di Vaclav
Havel
La Firma, poi
ci fu A
causa mia sulla
vicenda dell'accusa di plagio a Eduardo Scarpetta da parte di
D'Annunzio
e,
nel 2009 venne un mio monologo, per la sua regia: Shostakovic
il folle santo,
sulla vita del grande compositore russo che
debuttò
a Benevento Città Spettacolo. Per finire con il già citato Interno
3.
Altro
filone di spettacoli sviluppato dal 2009 in poi sono quelli in lingua
spagnola, ovvero recitati da me in castigliano. Il già citato Magic
People Show,
messo in scena a Madrid al Teatro Maria Guerrero con la presenza di
Pau Mirò come attore al posto di Andrea Renzi, ma soprattutto Questi
fantasmi! di
Eduardo De Filippo, nel ruolo del protagonista, per la regia di Oriol
Broggi, leader del gruppo LaPerla29 di Barcellona e prodotto dal
festival GREC e dal Centro Dramatico Nacional di Madrid. Esperienza
fantastica sia per il personaggio in sé, sia per la bella compagnia
catalana con la quale mi sono trovato a lavorare, e infine per il
fatto stesso di recitare in lingua spagnola un testo di così
straordinaria importanza.
Con
lo spettacolo più recente (Dicembre 2012) Jucature,
testo di Pau Mirò, tradotto e diretto da Enrico Ianniello, si sono
uniti il versante delle produzioni in qualche modo legate alla Spagna
e il lavoro di ricerca sulla drammaturgia contemporanea, perseguito
negli anni con il gruppo storico.
Potrà sembrare che con tutto questo, io non
abbia avuto il tempo di fare altro, e in effetti questi elencati
finora sono i lavori che maggiormente mi hanno tenuto impegnato negli
ultimi vent'anni. Ma c'è da aggiungere un bel pò di altro
per rendere quasi completa questa semiseria autobiografia.
Ci
sono altri spettacoli che hanno avuto magari meno successo o
forse solo minor visibilità ma ai quali sono ugualmente
affezionato. Voglio citarne qualcuno in ordine sparso: Cronache
da un tempo isterico,
scritto e diretto da Armando Pirozzi, con Giovanna Giuliani;
Italoamericana,
di Francesco Durante per la regia di Davide Livermore; Light,
regia
e drammaturgia di Pau Mirò, con Luis Soler; Quatte
sorde, concerto/spettacolo,
nostra
interpretazione in napoletano delle canzoni dell'opera da tre soldi
di Brecht/Weil, orchestrata da Federico Odling; Tosca,
mediometraggio
girato ad Amburgo per la regia di Andreas Bode tratta dall'opera di
Puccini, cantata da me in presa diretta nel ruolo di Scarpia.
Inoltre
sarà il caso almeno di accennare alle mie partecipazioni a
produzioni cinematografiche. Le più importanti sono di sicuro quelle
con Nanni Moretti in Habemus
papam, il
ruolo di Gravinio in Mozzarella
stories di
Eduardo De Angelis e per la televisione il ruolo di San Pietro nel
film per la RAI Maria
di Nazareth. Inoltre
ero presente, in misura diversa, in film di altri grandi registi: nel primo di Paolo
Sorrentino L'uomo
in più, con
Marci
Risi in Fortapasc,
con
Pasquale
Scimeca in Vita
di Giosuè l'ebreo, e
con
Fabrizio
Bentivoglio in Lascia
perdere, Johnny.
Ultimo
capitolo, in ordine cronologico, l'attività di scrittore: oltre ai testi teatrali che ho già
citato, nel corso degli anni ho coltivato una passione ininterrotta
per la scrittura, e ora è diventata un impegno costante. La prima
pubblicazione è avvenuta nel 2009 per le Edizioni Spartaco con il titolo Teatro
Fuorilegge
e contiene tre miei testi teatrali: La
gabbia,
messo in scena dal TeatroCivico14 di Caserta nell'ambito del Fringe
Festival di Napoli, Infanzia
di un socialista monologo
messo in scena da me nel 2006 al Teatro Garibaldi di Santa Maria
Capua Vetere, e L'appostamento,
ancora
non rappresentato. Esiste un mio racconto nel libro collettivo
VicolodellaRatta
14,
per lo stesso TeatroCivico14. La svolta fondamentale per la mia
attività di scrittura è stato l'incontro con Silvia Meucci, mia
agente letteraria, che mi ha gradualmente accompagnato dalla
drammaturgia alla forma narrata, intuendo un mio potenziale che io
stesso non sapevo di avere. Devo soprattutto a lei la pubblicazione
del mio primo romanzo: si chiama ESCO
e uscirà ad aprile 2013 per l'Editore Bompiani.
Per
chiudere come ho cominciato: l'attività di musicista mi ha sempre
accompagnato in tutti questi anni. Ho realizzato due album con il mio
gruppo, i Calebasse,
di cui ho scritto molte canzoni e interpretato come cantante e
sassofonista e chitarrista. (In questo sito, da qualche parte, ce n'è
un esempio).
E questo è tutto (quasi).