Quella che all'inizio doveva essere la mia professione, e poi a un certo punto venne scavalcata dal teatro, è rimasta una mia passione costante. A 12 anni ho cominciato a suonare il flauto traverso - come si evince dalla mia biografia - e a 17 sono passato al sassofono, che sento come il mio principale strumento. Ho preso lezioni da Peppe D'argenzio, illustre sassofonista e polistrumentista degli Avion Travel, e con lui ho cominciato a suonare nelle prime band. Erano formazioni sperimentali dove soprattutto si imparava a improvvisare e a far parte di un ensemble. I concerti nei locali fumosi (all'epoca ancora nei locali si fumava, sì), e non famosi, rimangono nella mia memoria basilari. Ho sempre tenuto viva la pratica degli strumenti, allargandomi anche alla chitarra e cominciando a cantare, e continuo a comporre canzoni. 
Il mio ultimo gruppo, i Calebasse, ha realizzato, qualche anno fa, un album dal titolo "Piccoli Criminali", di cui scrissi quasi tutte le canzoni. Da qualche parte, oltre che a casa mia, sono ancora rintracciabili i CD.
Qui di seguito c'è il mio testo di una di quelle canzoni.
L'adultera
Parli
ma senza parole senza fare rumore mi vuoi dire che
il
nostro viaggio d'amore sta per finire e non sai perché
guardi
ma senza guardare ti manca il coraggio per incominciare
e
nel silenzio restiamo con i pensieri in mano a respirare piano.
Piangi
ma senza tremare lacrime amare dicono che
se
un altro amore è già nato l'amore infinito è finito già
io
sono stato tradito, ecco che tutto mi sembra chiarito
nasce
per caso un sorriso, sopra il mio viso, resto sorpreso.
Penso
ma senza pensare ai giorni alle ore che ora non ho
ti
ho sentito allontanare seguo il tuo rumore che si spegnerà
scappi
ma senza scappare e non mi hai detto neanche due parole
sfuggi
al mio dolore sento che piove, sento che piove.
Rimando a successivi aggiornamenti l'arricchimento di questa pagina.